Editoriale

Non è la bandiera bianca la via della pace

Dopo 10 anni della lunga guerra Russo Ucraina 

Siamo allo spirare del secondo anno della Grande offensiva lanciata dalla Russia contro l’Ucraina il 24 febbraio 2022, su un fronte di oltre 1.500 Km, di una guerra avviata alla fine di febbraio nel 2014. La guerra più lunga dei tempi moderni, della quale ancora non si intravvede un prevedibile esito. 

L’Ucraina sta difendendo se stessa da un’aggressione militare che dura da 10 anni. La Russia ha violato i suoi impegni di rispettare la sovranità dell’Ucraina e la sua integrità territoriale dal 20 febbraio del 2014, quando soldati russi senza mostrine identificative (in cosiddetti “piccoli uomini verdi” che per la legge internazionale sono considerati combattenti illegali) furono dispiegati in Crimea. Questa aggressione mascherata seguì i mesi di proteste in Ucraina contro il presidente filo russo Viktor Yanukovych per il suo rifiuto di sottoscrivere l’accordo di associazione con l’Unione Europea che il Parlamento aveva invece approvato. Il Movimento Euromaidan – in italiano Piazza Europa – culminò con la Rivoluzione della Dignità dell’Ucraina, quando il Parlamento votò la deposizione di Yanukovych. 

Il Presidente Russo Vladimir Putin additò la decisione del Parlamento come un colpo di stato e lanciò una campagna di guerra ibrida con l’obiettivo di ristabilire il controllo russo su tutta l’Ucraina.

di Dario D’Italia


Taglio basso

La battaglia di Rafah e i suoi nodi

di Dario D’Italia

L’offensiva a Rafah dovrebbe porre termine all’attuale fase della guerra di Gaza, ma senza un accordo diplomatico che tenga conto dei Palestinesi, Israele e l’intera regione rimarrà instabile ed esposta agli attacchi delle forze anti israeliane e anti occidentali.

Con la consapevolezza che per l’instabilità e la violenza della regione la “Questione palestinese” è spesso la maschera per altri fini egemonici e i nodi da sciogliere sono molteplici. Quindi, la guerra in corso tra Hamas e Israele va ricondotta nel suo specifico, ovvero la sconfitta di Hamas, ma anche raccordata con il quadro regionale dell’“asse di resistenza”. Bisogna perciò riprendere la grande strategia sionista delle guerre arabo-israeliane dal 1948 al 1973: vincere la guerra per offrire la pace.

La Zattera

Combattere il fuoco con il fuoco: la Guerra ibrida nel pensiero strategico cinese

di Dario D’Italia

L’escalation di Mosca con l’invasione dell’Ucraina ha rifocalizzato l’attenzione del mondo sulla guerra iniziata nel 2014 con l’annessione russa della Crimea e con la guerra per procura contro Kyiv nell’est dell’Ucraina. Il successo in Ucraina della Russia nel 2014 e le interferenze russe nelle elezioni delle democrazie occidentali, rivelarono una nuova forma di guerra che la Russia stava sperimentando: la Guerra ibrida. Un termine che è comunemente usato ma è spesso solo vagamente compreso. L’Esercito Popolare di Liberazione Cinese (Epl) ha recentemente iniziato a diffondere nella propria base una sua definizione della Guerra Ibrida, pubblicando una serie di articoli sul suo giornale ufficiale. Gli articoli non sono le prime pubblicazioni sul tema della Guerra Ibrida, ma questa serie è significativa per la sua organicità. La successione di articoli che il problema è stato studiato dall’intero Epl, e rappresenta l’esposizione più autorevole della concezione dell’Esercito cinese sulla Guerra Ibrida finora pubblicata.

Competizione egemonia, la guerra politica e le campagne ibride

La Commissione Militare Centrale, il Partito Comunista Cinese (Pcc), l’Esercito Popolare di Liberazione Cinese e gli apparati della Repubblica Popolare Cinese (Rpc) sono impegnati da anni nella definizione teorica, nell’articolazione operativa e nella comunicazione pubblica di una propria definizione della Guerra ibrida, con una serie di documenti pubblicati sui loro organi ufficiali.


I viandanti

Confini: cadono i cippi, sorgono i Firewall

Nelle nuove mappe topologiche, i cippi che segnavano il margine della pianura, là dove una volta rappresentavano i confini fisici di un territorio, sono stati travolti dalle grandi reti che alla fine del secolo scorso hanno unificato il globo. La globalizzazione ha unificato il pianeta con le sue reti commerciali, digitali, della finanza e delle comunicazioni. Le sovranità territoriali degli Stati sono state messe alla frusta.

Pietre d’Inciampo

Il ritorno dei grandi spazi

La Terra tra la teologia-politica dell’Anima, la Geoeconomia e il Welfare della Guerra

Le miliziane e i miliziani curdi in difesa di Kobane fanno riemergere fossili antropologici che risplendono nell’aurea del martirio  forze telluriche che contrastano l’orrore dell’annientamento perpetrato dalle milizie del Califfato del Levante, orda teologico-politica contemporaneamente pre e post moderna. Figure di combattenti primordiali, tenacemente sopravvissuti sia allo spaesante avvento delle modernizzanti statuazioni post coloniali, ammantate di neutralizzanti nazionalismi, sia al nientificante avvento delle moderne ondate della globalizzazione.